Le vedette dell'Enza

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Non lasciarti scappare questa esperienza!
La gente spesso non si accorge che dietro casa ci possono essere paesaggi bellissimi e sentieri coinvolgenti.

Risalire la Val d’Enza per scoprirne, o riscoprirne, il fascino, significa mantenere un piede di qua e uno di là sulle sponde dell’omonimo torrente, tra la provincia di Parma e quella di Reggio Emilia. Nei suoi 93 km di anse e doline, si articolano elementi d’interesse ecologico, storico e turistico di una certa rilevanza. Per non dimenticare le prelibatezze gastronomiche, di cui questa terra è foriera. E così tra un bicchiere di lambrusco, una scaglia di Parmigiano Reggiano e un assaggio di cappelletti o anolini fumanti, si fa in tempo a ristorare lo spirito attraverso l’espolorazione di castelli, rocche e panorami mozzafiato. Pronti ad immergersi nel corso dei secoli, è anche possibile far raffiorare le antiche faide tra Terre Matildiche e Valle dei Cavalieri.

Consigli prima di partire:

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Cosa portare nello zaino

  • Scarponcini da trekking
  • Berretto
  • Borraccia
  • Occhiali da sole
  • Crema protettiva
  • Cartina escursionistica
  • Macchina fotografica
  • Pranzo al sacco
Castello di Montechiarugolo; credits: Andrea Adorni

Giorno 1

Breve riepilogo della giornata

Il nostro viaggio inizia dove l’Enza addolcisce il suo transito verso il Po, cioè in pianura. Campi dorati e fronde smeraldo fanno da cornice al borgo medioevale di Montechiarugolo, dove svetta l’imponente Castello dalle mura invalicabili. Alte e poderose, le cinta della Rocca custodiscono un ingresso scenografico caratterizzato da un ponte levatoio: un coloratissimo roseto anticipa la vista dell’ampia corte d’onore, ornata da merli e feritoie tipiche del tardo gotico. Svetta sul torrente la torre più alta, che adombra il cortile interno donando un piacevole sollievo nelle giornate più torride; mentre sul retro un raffinato loggiato manieristico si affaccia sulla Val d’Enza. Il Castello di Montechiarugolo – a 20 km da Parma e Reggio Emilia – è di proprietà privata dal 1864, anno in cui fu venduto dallo Stato italiano. Un fatto d’armi che lo riguarda viene citato in una lettera di Napoleone e ricordato da Carducci nella sua orazione per il primo centenario del tricolore.

Il castello di Montechiarugolo
Tappa 1

Il castello di Montechiarugolo

Breve descrizione della tappa al castello

Alte e poderose, le cinta della Rocca custodiscono un ingresso scenografico caratterizzato da un ponte levatoio: un coloratissimo roseto anticipa la vista dell’ampia corte d’onore, ornata da merli e feritoie tipiche del tardo gotico.

Giorno 2

Cambia il giorno e si riparte. Canossa è alle spalle, si riscende la strada che porta a Ciano d’Enza e alla SP513R, provinciale da cui si raggiungono Vetto prima e Ramiseto poi. Durante il percorso è possibile accostare la macchina in punti diversi per raggiungere il torrente Enza ed alleviare i fastidi della calura estiva. Tanti approfittano del generoso alveo in questo periodo dell’anno, rinfrescandosi con un tuffo in un “fondone“, come vengono chiamati da queste parti i punti dove l’acqua è più alta. Se invece si rimane sul percorso è possibile arrivare direttamente a Ramiseto passando per Vetto. Ma prima di giungere a destinazione è necessario effettuare una sosta in località Atticola per ammirare un paesaggio quasi marziano: si tratta dei cosiddetti Canyon dell’Atticola, calanchi ferrosi dai colori decisamente spettacolari.

Un tuffo nel Fondone
Tappa 1

Un tuffo nel Fondone

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