Basilicagoiano
@Paolo Gandolfi

Il paese si adagia nella fertile campagna tra il torrente Enza e i canali Fossazza e Zoletta ed è prevalentemente agricolo.

Per il Campi ("Della Historia Ecclesiastica di Piacenza") Basilicagoiano avrebbe ricevuto la sua denominazione dal Vescovo di Piacenza Giuliano, vissuto al tempo di Carlo Magno: in alcuni documenti è chiamato "Basilica Giuliano" (Drei: Le carte degli archivi parmensi).

Per altri il toponimo deriverebbe da "besga", ossia bisca, gioco d'azzardo.

Le pergamene comunque tengono a battesimo il luogo il 22 giugno 1100 per la vendita di un orto presso Carnario fatta da Gombolo di Talignano a Sabatino di Basilicagoiano.

Al centro del paese si trova il Monumento ai Caduti realizzato da Cornelio Ghiretti, valido incisore originario della zona. Nel cimitero locale è posta la sua tomba, sormontata da una Pietà in bronzo da lui stesso scolpita.

La Chiesa parrocchiale di Santo Stefano risale al XVI secolo XVI.  In essa si ammira una tela di scuola parmense del settecento, raffigurante la Madonna a braccia aperte con lo sguardo rivolto verso l'alto e la luna sotto i piedi; in basso, Santo Stefano e un angelo. Un altro dipinto di parmigiano della metà del XVIII secolo raffigura la Madonna del Carmine col Bambino e S. Giuseppe, S. Gregorio Magno e un gruppo di dannati.

Dal 1973 si ammira anche un affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna col Bambino e S. Antonio staccato dalla casa del Campanaro; detto affresco è opera di un pittore del 1481.

Nella Chiesa settecentesca si trovano anche un palio di rame raffigurante la vita di Cristo opera di Cornelio Ghiretti e un organo del '600, recentemente restaurato.

Nel paese è inoltre da segnalare la presenza di tre ville settecentesche: Villa Borri, Villa Candian e Villa Roncoroni-Bianchi, private e non visitabili.

VILLA BORRI, costruita dalla nobile famiglia tra il XVI e XVII secolo è preceduta da un arco in cotto; all'interno è caratterizzata da un ampio andito centrale con rosone ed affreschi mitologici e da una Cappella ben conservata.
VILLA RONCORONI-BIANCHI quasi gemella della precedente ma di epoca assai posteriore, appartenne ai Borri infatti fu da essi ricostruita nel 1845.
VILLA CANDIAN, ex convento di S. Geminiano, privo di ogni ornamento architettonico conserva in facciata un antico portale in pietra e all'interno l'Oratorio di S. Carlo riedificato nel 1854 e l'ex refettorio con vecchie travature sorrette da due massicce colonne tondeggianti.